Asinitas offre una serie di percorsi socio-sanitari e laboratoriali nati dall’esperienza decennale di azione e ricerca sul campo in tema di maternità migrante svolta con le donne del territorio:
- Accompagnamento alla nascita con l’ostetrica
- Orientamento e accompagnamento ai servizi socio sanitari
- Incontri con medici specialisti come pediatra e ginecologo
- Incontri sull’alimentazione con donne e madri
- Incontri di narrazione sul tema della maternità
- Incontri conviviali per festeggiare i nuovi arrivati e socializzare l’evento nascita.
- Corsi di lingua sui temi della gravidanza
Tutte queste attività sono guidate dalla presenza costante di Mediazione linguistica culturale.
Chi sono le donne e le famiglie che partecipano alle nostre attività?
Le donne che frequentano il centro rispecchiano le comunità che abitano il quartiere di Torpignattara nel V Municipio di Roma.
Il gruppo più cospicuo proviene dal Bangladesh, seguito dall’Egitto, poi dal Marocco e dall’India e dalla Nigeria. Poche sono le donne originarie della Cina e del Sudamerica.
Le storie migratorie di queste donne sono poco raccontate, e le tracce che la migrazione lascia nella loro vita sono, in molti casi, invisibili all’esterno.
Il nostro lavoro tratta appunto l’intimo, il piccolo, la vita quotidiana familiare in tutte le sue sfaccettature, come la salute, i rapporti con i figli, le aspirazioni, le rinunce, le decisioni di vita.
Facevo l’università.
A casa mia sono venute delle persone.
Mia cugina mi disse: “lo sai che ti sposi?”
Io non sapevo nulla, non lo volevo, volevo studiare. Ma poi decisi di farlo[...].
Studiavo legge.
Mio marito viveva in Italia. Mio
padre diceva che lui mi avrebbe potuto portare in Inghilterra per diventare
un’avvocatessa internazionale (…)
Molte donne provengono da paesi in cui vige il matrimonio combinato.
La maggior parte delle donne che incontriamo sono sposate a un uomo immigrato da tempo in Italia o in Europa.
La scelta finale per il matrimonio viene affidata alla figlia, ma questa scelta è sempre condizionata dalle molteplici ragioni dei genitori: acquisire un migliore statuto sociale, accrescere le possibilità economiche, garantire alla figlia una vita migliore in un altro paese, creare per la famiglia una porta d’accesso in Europa.
In alcuni casi queste donne diventano una forma di sostegno economico per la famiglia di origine grazie alle rimesse. Oppure, come raccontano le donne più giovani, ciò che le spinge a sposare un uomo emigrato è l’illusione di vivere una vita diversa, bella e vicina all’immaginario di
un’Europa agiata.
La rivoluzione della maternità vissuta in un paese straniero
Io sono in Egitto quando entro a casa, per il resto è sempre come se fossi in vacanza o in un film che non è mio.
Ho scoperto di essere incinta dopo 14 giorni che sono arrivata in Italia. I giorni passavano e io mi toccavo la pancia e mi domando: cosa faccio? Non so cosa fare. I giorni passano così. Io non conoscevo bene mio marito, non conoscevo nulla qui.
La migrazione richiede coraggio per affrontare un cambiamento radicale nella vita.
La migrazione sconvolge il pensiero, l’orientamento di spazio e tempo - si abbandonano le abitudini, la lingua, la famiglia.
Mette in campo la capacità di creare nuovi spazi dentro sé per adottare nuove abitudini, una nuova lingua, una nuova concezione della vita.
Succede però spesso che molte donne arrivano in Italia senza avere un vero progetto migratorio, se non quello di seguire il marito. Queste donne vivono un periodo di sospensione tra il paese d’origine e quello d’arrivo.
Se molte donne riescono a superare questo periodo, altre, purtroppo, rimangono a lungo paralizzate. Provano resistenza ai cambiamenti, sentono la solitudine, la nostalgia profonda dovuta alla lontananza dalla famiglia di origine, da chi le avrebbe dovute proteggere in caso di problemi coniugali o dare sostegno e cura durante il primo periodo della maternità.
Venendo meno questi elementi culturali di riferimento ed il sostegno affettivo si creano sentimenti di frustrazione e paura, di ripiegamento nostalgico e disorientamento emozionale.