ASINITAS Onlus is a not-for-profit organization founded in 2005. It is active in the field of education and social work. Its mission is to promote the care, education, training, sheltering and testimony of Italian and foreign adults and minors.

Una madre non dorme mai

Mia figlia dovrebbe fare due terapie, logopedia e psicomotricità ma all’Inps è tutto fermo, sto aspettando. Alla ASL ci sono persone in lista d’attesa da 3 anni e le visite sono bloccate da un anno, adesso. Ho trovato una logopedista a medicina solidale e la dottoressa dice che forse tra un po’ avranno anche la psicomotricità. Solo un’ora a settimana è poco, lei avrebbe bisogno di molto di più. Forse mi insegneranno come fare a casa, ma lei ha un’energia pazzesca, chi la tiene? Ho bisogno di fargli fare sport, nuoto, qualcosa, ma dove? E’ tutto chiuso. Io la porto al parco, ma come faccio con due bambini, è difficile. Al centro commerciale è chiuso e lì posso andare più in sicurezza, ma con due è impossibile perché lei scappa. Cerco di organizzarmi con le altre donne, ma tutti si stancano di lei, è normale. Lei è molto faticosa, non è gentile con gli altri bambini e poi ci vogliono 100 occhi. Lei può sempre farsi male, continuamente, o fare male agli altri. Non puoi lasciarla un attimo. Io non la lascio mai né di giorno né di notte, io non dormo più. Anche mio marito ha paura di starci con i bambini. Mia figlia con me sta buona, mi sente, ma al papà non lo sente, è come un estraneo. Con il piccolo ci sta un po’ di più, la sera, ma così un’oretta. Lei, sai, è molto intelligente, parla l’inglese e l’italiano, sa i nomi dei colori, gli animali, ma parlare con me, dire: “Mamma voglio acqua, ho bisogno di qualcosa.” no, niente. Solo urla, urla. Lei i bambini li prende, li tira non può parlarci e se non fanno quello che vuole lei, diventa troppo matta, li picchia. Abbiamo cercato di farci fare una diagnosi al TSMREE, per avere la diagnosi per il sostegno a scuola, ma c’era il covid quindi abbiamo mandato dei video della bambina, ma dai video che vuoi capire? La dottoressa ha fatto si un foglio, però non dice molto, per forza. Non sono solo io, tutte le mamme che hanno questi problemi sono come me, ferme, perché tutto è fermo, ma la bambina peggiora tutti i giorni. Se non ci sono soldi rimani così, sola. L’assistente sociale del consultorio mi ha aiutato, ma io ancora non ho l’assistente sociale del Comune.

Sai anche con mio marito non è facile, lui ha vergogna, non vuole che gli altri pensano che sua figlia non è normale. Però ho conosciuto una signora di un’associazione, lei ha una figlia come Ala ed è molto brava, ha un centro per i bambini così. Ma ora è chiuso per il covid. Tutto chiuso, che devi fare se hai un bambino così? Però lei ha parlato con mio marito, gli ha spiegato che nostra figlia può essere aiutata, che può migliorare, che può avere la pensione di invalidità per essere curata e dopo lui ha capito tante cose. In Marocco, se un bambino ha un problema così dicono che è normale, cioè fanno finta di niente, le famiglie li nascondono. Non capiscono, non conoscono. È qualcosa che non si conosce, non sanno come curarli, non è come qui. Ora io non posso tornare al paese perché lì lei non avrebbe nessuno che la cura. E poi per le famiglie in Marocco una bambina così è una vergogna. Anche adesso, io in Marocco non posso dire che mia figlia è autistica, come se è una bimba matta. Per 16 anni quando lavoravo non ho avuto un problema con i figli degli altri e adesso proprio con la mia prima figlia…Ma lei è molto intelligente sai, non è come gli altri, è più intelligente. Io cerco sempre di uscire perché voglio che lei guardi il mondo, voglio che lei impari a stare con gli altri, ma questi bambini, come lei, ti stancano tanto, devi passarci per capirlo. Io vorrei tanto studiare, se non studio come posso fare questa strada con lei? Come faccio a capire le cose che servono per aiutarla? Ma come faccio, lei mi sente sai, se io sono nervosa, lei diventa matta. Non mi posso distrarre. Lei è sempre attaccata a me, quando lei dorme, io faccio le altre cose di casa. Lei non mangia e non dorme a scuola, lei ha bisogno di qualcuno che la segue anche lì, dovrebbe avere il sostegno, ma finchè non abbiamo la 104 non possiamo averlo e ora è tutto fermo. Ma ora si, devo andare dall’assistente sociale del Comune, anche mio marito si è convinto. Sai c’è sempre questa paura che l’assistente sociale dice che non siamo bravi genitori e ce la portano via.

Io non lo so, io penso sempre: forse è colpa mia perché quando ero incinta avevo la pressione alta e lei aveva il cordone intorno al collo, quando è nata. Gli è mancata l’aria, forse per questo è diventata così? Era nera nera quando è nata. Forse è colpa mia se lei è così. Ma io non lo so, nessuno mi spiega mai bene questa cosa. Speriamo che tutto finisce bene perché io sono stanchissima. A scuola non vuole mangiare e non vuole dormire. Mangia e dorme solo con me, nessuno può farla mangiare, tutto il mio tempo è per lei. Ogni giorno c’è qualcosa. Ogni giorno, prendo l’autobus con lei. Non posso richiedere adesso il vaucher per la tessera della metro così spendo i soldi sugli autobus e ogni giorno non ce li ho. Poi devo correre, sempre a correre tutti i giorni. Quando mia figlia sorride il mio cuore si apre, quando lei è arrabbiata anche io sono arrabbiata, io e lei siamo come una cosa sola. Quando sono arrabbiata lei piange, il piccolo piange, la casa scoppia. Dimmi come faccio a non essere mai nervosa? Se faccio le pulizie, se non la guardo lei si arrabbia. Se la lascio 5 minuti lei fa un disastro. Devo tenere le stanze chiuse a chiave o rompe tutto. Io penso sempre al suo futuro, ho paura. Vedo che pian piano lei qualcosa impara, adesso si mette le scarpe da sola, mangia da sola.

Mio marito adesso mi ascolta perché ha capito che la bambina può migliorare. Lui ha un amico che ha il figlio come lei e lo sento che gli da dei consigli. Allora sorrido, sta imparando anche lui. Prima lui diceva che la bambina era normale e che faceva così per colpa mia. Mi ha fatto tanto male, diceva: “Mia figlia è normale, sei te che sei una cattiva madre.” Ma adesso ha capito, adesso sa che se dico qualcosa dico la verità. Io non posso fare niente per me, a me piace studiare. Io volevo fare bene l’italiano, ma come faccio? Anche questo è troppo faticoso, il poco tempo che i bambini sono a scuola, io ho le cose di casa, ma soprattutto ho gli appuntamenti per la bambina. Mi sento vecchia, non ricordo come si fa a farsi belle. Io l’ho detto a mio marito: “Se ti piaccio bene, se no vai da tua mamma.” perché lui mi ha detto: “Fai attenzione alla tua salute, dormi.” Ma quando io dormo chi fa il pane? Chi fa la cena? Chi fa le pulizie di casa? Io sono così, sono sempre stata così. Questo anche prima di avere i bambini, figurati adesso. Gli altri sono sempre stati davanti a me. Tutto è davanti a me, io lascio sempre me indietro. A volte ho avuto paura di crollare, certo, ero troppo nervosa, mi sono sentita male. Ma io non ho bisogno di una psicologa, io ho bisogno di avere un aiuto per mia figlia. Per esempio tanti centri sono fuori Roma, noi non abbiamo la macchina, volevo convalidare la mia patente, ma è tutto bloccato per il covid e quindi niente. Questa malattia sta mangiando la mia vita, tutta la mia vita. Io non sono venuta né per la guerra, né per la fame. In Marocco facevo una vita normale con la mia famiglia, il mio lavoro. Quando mi sono sposata sono stata con mia suocera, non volevamo lasciarla sola ma per due anni non sono rimasta incinta. Allora lui mi ha mandato il documento per il ricongiungimento familiare e mi ha fatto venire in Italia, perché volevamo un bambino. In una settimana ho fatto tutto e sono arrivata, dopo una settimana ero incinta. L’unica cosa buona che ho visto in Italia, ecco. Quando ero incinta è l’unico periodo bello della mia vita in Italia anche se vivevamo nel seminterrato e io avevo problemi di pressione.

Io sono nata a Fez. Mio padre è un soldato in pensione, mia madre lavorava in una città spagnola vicina alla frontiera, è cuoca. Io studiavo giurisprudenza, mi mancavano pochi mesi per finire, ma ho lasciato tutto. In Marocco non c’è lavoro nemmeno per i laureati, così ho trovato un lavoro e ho lasciato. Ho fatto la formazione per lavorare con i bambini piccoli, sono una educatrice di nido. L’ho fatto per 16 anni quel mestiere, sono brava. Adesso faccio l’educatrice per i miei bimbi. Con mio marito ci siamo conosciuti perché lui doveva fare un viaggio in Spagna per trovare sua sorella che vive li, la mia è una città di frontiera. Per strada un uomo berbero mi parla male, parla male delle donne e a me. Nessuno interviene, tutti zitti. Io però ho risposto, l’ho aggredito, gli urlo: “Maleducato, sciò!”Mio marito è passato e mi vede stravolta che urlo e si avvicina: “Che c’è signora?” mi dice e l’uomo scappa. Lui resta con me per tranquillizzarmi. Lui era al porto, ma non aveva il biglietto per la traversata. Ci voleva di aspettare due giorni. Allora io l’ho aiutato tramite mio cognato che lavora al porto e gli ho rimediato il biglietto. E poi mia madre cucina per lui per il viaggio. Lui resta colpito dalla mia gentilezza ma anche io dalla sua. Lui poi parte e quando torna mi telefona subito. Prima parla con me, mi dice: “Vuoi sposarmi?” Io dico no, ma lui in verità mi piace. Dopo una settimana c’è una macchina sotto casa mia, tutta la sua famiglia viene a chiedermi in sposa alla mia famiglia. I miei genitori dicono: “Guarda che è un uomo buono, va bene per te.”e allora io mi convinco. Ci siamo fidanzati, lui era gentilissimo, sai, diverso dagli altri uomini arabi, era tanto generoso. Io vedo tante mie amiche con problemi, io no, lui è sempre bravo con me. Stiamo fidanzati 6 mesi e poi ci sposiamo e io sono felice. Un bellissimo matrimonio: c’erano tutti i bambini del quartiere. Sai io li ho visti crescere tutti, un matrimonio speciale. Le feste marocchine non vogliono i bambini normalmente, ma loro quando sentono che la maestra Samira si sposa, arrivano tutti. Ce li avevo tutti intorno. Dopo il matrimonio lascio il mio lavoro a una ragazza orfana e vado a vivere da mia suocera. Con mia suocera sto bene, cambio a città, vado a Casablanca per stare con lei. Io subito mi trovo bene, le persone del quartiere mi salutano, faccio amicizia. Anche se la città è troppo grande, piena di gente maleducata. Da noi è una città piccola, tradizionale, ci sono donne che non sono mai uscite di casa, sempre con il velo anche sul viso, riservate, ci sono le tradizioni. A Casablanca, invece, c’è un casino. Con mia suocera io però sto bene, la seguo in tutto. Lei mi tratta come una figlia. Mio marito veniva una settimana ogni tanto…. così la vita passa.

Sono arrivata in Italia da sola, mio marito ancora non aveva casa sua e io sono andata da sua sorella per due settimane. All’inizio eravamo nel seminterrato di questo palazzo, poi piano piano abbiamo cambiato, prima al primo piano e adesso siamo al secondo. Sono rimasta incinta subito. La prima gravidanza è stata difficile per la pressione e poi anche il parto è andato malissimo. Il travaglio non andava avanti, mi fanno l’ossitocina, ma niente. Avevo freddo, mi sono bloccata non so il perché, per 8 ore. Stavo come in un altro mondo dal dolore, mio marito ha fatto il video ho visto tutto dopo. Credevo di morire, vedevo i miei nonni… ero convinta che sarei morta. Sentivo il corpo freddo. Troppo dolore. Non ricordo come ho fatto a partorire. Non ricordo nemmeno quando la bambina alla fine è uscita, Mi hanno fatto delle iniezioni, non capivo niente. Il giorno dopo non potevo camminare, non ho potuto sedermi per 3 mesi per il taglio che avevo. Quando siamo usciti dall’ospedale c’era la neve, dico a mio marito: “Prendi la bambina e vai a casa.” Io prendo l’autobus, ci metto 3 ore a arrivare a casa. Poi arrivo e non c’è niente da mangiare, prendo un pezzo di pane e pomodoro.Non so se nella malattia di mia figlia c’entra come è nata, è stato un parto terribile. Da quando è nata io ho testa, cuore, solo per lei. Mio marito me lo dice: “Tu hai in testa solo lei, non pensi ad altro.” Quando penso a lei sento freddo, lui dice: “Basta, devi dormire.” Ma come fa il cuore della mamma quando un figlio ti chiama? Da dove lo prendi l’amore? Io non lo so, davvero. Sento che c’è un problema al mio cuore, batte troppo forte. Tante volte sento un problema per la strada, mi manca il respiro, mi sento svenire, mi devo fermare. Ma poi piano piano mi passa. Io non ho bisogno dello psicologo, io ho bisogno di aiuto per mia figlia.

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