11 Apr E’ possibile un teatro a distanza?
E’ possibile un teatro a distanza? Un teatro senza i corpi?
Ce lo chiediamo da giorni, e mentre il mondo teatrale discute e dibatte e molti attori e registi
propongono lavori in video, dirette streaming e quant’altro, noi nel nostro piccolo proviamo ad
andare avanti, forti ancora dell’intensità dell’esperienza d’incontro fatta fin qui nelle nostre
sessioni di lavoro con Antonio Viganò.
Il gruppo si è subito consolidato intorno a quest’assenza assicurandosi che tutti fossero collegati, di
non perdere nessuno.
Ci siamo incontrati sulla piattaforma in video chiamata, per qualcuno era la prima volta in
assoluto, abbiamo registrato tutorial per aiutarli e alla fine ce l’abbiamo fatta, eravamo tutti e
felici di vederci.
Una volta testato il mezzo abbiamo fatto una splendida lezione con Andrea Porcheddu (critico
teatrale) e il prof. Guido di Palma (università la Sapienza), ci siamo chiesti cos’è per noi il teatro e
perché ci manca così tanto (perché ci manca tantissimo) ne è seguita una conversazione splendida,
da alcune semplici poche considerazioni come queste:
Il teatro è un atto, un’azione.
Un atto nobile, di resistenza
Uno sfogo, un posto dove la gente mi vede, dove non c’è niente da nascondere, dove posso essere il
più bello possibile, più brutto possibile.
Il teatro quando lo vedi ti lascia qualcosa, delle domande, degli esempi.
Un atto nobile perché ha una finalità che produce cambiamento: fare ridere, fare pensare, fare
reagire tramite l’arte. Si possono far cambiare le emozioni, si può far cambiare la vita,
Un atto nobile è rispondere a una necessità di base.
Come vivere con le altre persone che non conosci, si può diventare amici.
Il teatro ti fa stare insieme in un modo diverso. Esser insieme vuol dire fare qualcosa insieme.
Il teatro racconta cose profonde di te e ti insegna a esprimerle meglio agli altri
il teatro permette di raccontare cose profonde dentro sé stessi, che di solito non si riesce a dire.
Siamo arrivati a parlare di cos’è il teatro nel mito e nella storia e nelle parole di grandi maestri
come Artaud o Eduardo o Grotwski.
Sui contenuti ci si può incontrare anche in video, ed è stato bello, emozionante, andarci a trovare
nella casa di ciascuno, nel centro d’accoglienza, nel giardino dei nonni, nel terrazzo condominiale,
dove prende.
Ma come portare avanti il nostro progetto artistico?
Abbiamo cominciato anche noi a lavorare sul video, grazie anche all’aiuto di Giorgo Chiantese uno
studente della sapienza che stava riprendendo il nostro laboratorio per la sua tesi di laurea.
Ognuno di noi ha girato una pillola video di 30 sec, Antonio ha dato un titolo 30 secondi di me, per
cominciare. Ciascuno a costruito la sua, curando la musica, la messa in scena, ne sono usciti 26
brevi ritratti di questi giorni, che ci hanno fatto sentire ancora una volta vicini nelle nostre
espressioni emotive, svelando qualcosa di noi e tutti dentro la stessa atmosfera
Aspettando di poterci rincontrare continueremo a lavorare i contenuti del nostro spettacolo in
video ed è certo ormai che anche questo entrerà nella nostra drammaturgia.