21 Mar Storie dalla città di Dio: Terza pelle
La terza pelle, storie di donne sconfinate
La terza pelle – storie di donne sconfinate nasce all’interno di un percorso di assistenza sociale ed economica a madri in difficoltà delle periferie romane prommosso da Save the children.
Dalle loro voci è nato un insieme di spunti di riflessione collettiva al femminile che hanno trovato amplificazione ed espressione simbolica all’interno di un laboratorio artistico di tessitura di stoffe, parole e racconti orali traendo ispirazione dalla ricerca poetica ed artistica di Maria Lai.
Il laboratorio è stato finanziato dalla Regione Lazio-LazioCrea e ospitato dal Polo ex-Fienile di Tor Bella Monaca nei mesi di novembre e dicembre 2020 per sperimentare nuove forme di incontro e nuovi modi di fare cittadinanza.
Ad accompagnarci in questo laboratorio è stata l’artista Sara Basta che da tempo indaga con il suo lavoro temi come la memoria, la casa, la cura e l’identità attraverso una modalità partecipativa che crea con il pubblico comunità temporanee in un costante dialogo tra dimensione personale e collettiva.
LE STORIE
LIBRETTO
Asinitas Onlus · Terza Pelle Storie Di Donne Sconfinate
Audio Documentario del laboratorio
regia Luca Lòtano e Jack Spittle
testi e voce Maria Rossi
musiche Ketsa – No light without darkness/Psychic (ketsa.uk//) – CC License BY NC ND 4.0; Xylo Ziko – Lamu (nultielrecords.blogspot.com/) – CC License CC BY-NC-SA
laboratorio Storie dalla città di Dio
conduttrice Sara Basta
coordinatrice Maria Rossi
psicologa Cecilia Bartoli
ospitalità Associazione 21 luglio
fotografie Francesca Lucidi Le storie
Il corpo e la casa sono i temi da cui siamo partite; il canto, il cucito, il ballo e la parola gli strumenti che hanno scandito il lavoro e i nostri incontri sollecitando l’immaginario, la fantasia e i ricordi di ciascuna di noi.
Siamo partite da noi. Dal nostro essere madri. Dalla pelle, l’organo più esteso del nostro corpo tramite il quale si instaura e struttura la relazione tra madre e bambino nel primo anno di vita. Dal corpo, il contatto, il calore e la sicurezza che la vicinanza del corpo materno garantisce al bambino. Dalla casa, lo spazio degli affetti, dell’intimità e della cura, quell’insieme di attività minute e consuete che costruisce la qualità delle relazioni e tutela la nostra integrità fisica, psicologica ed emotiva.
La casa, uno spazio che per molte madri può diventare una ‘terza pelle’ dalla quale è difficile uscire, sconfinare, con il susseguirsi delle gravidanze e i bambini da crescere. Uno spazio nel quale (quest’anno più che mai) le donne spesso si sentono ferme, chiuse, sottovalutando il costante lavoro di cura e accudimento che vi svolgono e iI prezioso punto di vista da cui guardano la città.
Abbiamo intrecciato ai fili e alle stoffe le nostre storie per riavvicinare i corpi e le vite di ciascuna di noi dopo i tanti mesi di isolamento e distanziamento sociale. Lo abbiamo fatto in un territorio a sua volta sospeso in un limbo di estraneità e indifferenza dal resto della città come Tor Bella Monaca. Storie che partono da altri Paesi e che parlano lingue diverse ma che ritrovano nell’esperienza della maternità e del lavoro di cura, contatto e risonanza.
Il libretto Siamo partite dal corpo e dalla casa per immaginare un nuovo tessuto sociale e cittadino che valorizzi la cura come paradigma trasversale alle culture e ai generi per ricucire i tanti strappi (economici e sociali) che l’emergenza sanitaria ha comportato. Strappi che le donne stanno tenendo faticosamente insieme, pagando prezzi altissimi. L’ambizione è grande e la strada ancora lunga. Sarebbe bello poter continuare….
Foto di Francesca Lucidi