Abitare il ritorno è l’esito scenico del laboratorio condotto da Fabiana Iacozzilli con Asinitas in un gruppo transculturale e transgenerazionale di non attori a Torpignattara, che ha portato alla costruzione di una drammaturgia partita da una semplice domanda: “da dove vengo?”. Le risposte sono state molteplici: io vengo da un nome, da una casa, da una trottola, da un’altra persona, da una nonna, da una madre o da un padre, da una trottola, dai rumori della notte, da un letto di paglia, da una storia raccontata per far passare la paura, da un fantasma, da una cena di famiglia, da un gigante, dal canto della notte. Il linguaggio scenico che ha veicolato la materia artistica è stato il teatro di figura, attraverso gli oggetti e i puppets che sono stati realizzati dagli stessi performers – guidati dalle mani sapienti di Antonia D’Amore – utilizzando la carta, il cartone e le proprie risposte e accontando così la dimensione trasfigurata della memoria.
“Da dove vengo?” Da quel gesto, quel giorno, quella voce, quel pasto cucinato, quell’uomo o quella donna nati tanto prima di me, con i quali ancora respiro.
Il laboratorio Abitare il ritorno ha dato vita a una drammaturgia di echi e visioni capaci di rintracciare l’antropologico universale, il ciclo eterno del tempo, nel quotidiano, nel piccolo, nel semplice, nel comune. Abitare il ritorno ci ricorda che la comunità è condividere memorie, tenere in vita chi non c’è più, ci ricorda che non siamo soli al mondo.
Laboratorio e esito artistico a cura di Fabiana Iacozzilli
collaborazione artistica Asinitas APS, Antonia D’Amore, Luca Lòtano
equipe di laboratorio Cecilia Bartoli, Luca Lòtano, Federica Mezza, Giorgio Sena
con Anna Capuani, Chiara Cecchini, Maurizia Di Stefano, Yasmila Gboullou, Happy Ikuesan, Ilaria Iuozzo, Ali Jubran, Zara Kian, Coeurcia Ayissou Laini, Mimie Asumani Laini, Piero Lanzellotti, Federica Mezza, Aloyce Paiyana, Jack Spittle, Rasheed Sule, Mahamadou Kara Traore, Nour Zarafi
assistente alla regia Nour Zarafi
puppets maker Antonia D’Amore
musiche e suoni Matteo Portelli
disegno luci Francesca Zerilli
organizzazione Cecilia Bartoli
Testi a cura de* partecipant* al laboratorio e altri testi tratti da: “Gemma” di Giovanni De Merulis; “Una vita che non si sa” di Luca Lòtano, Jack Spittle e Aloyce Paijana. I puppets sono ispirati ai puppets realizzati da Gyre Gimble
produzione Asinitas APS e Alta Mane Italiafoto Tiziana Tomasulo, Giuseppe Galante, Umberto Tati, ufficio stampa Santarcangelo, Elena Canestrari
ll laboratorio si è svolto da gennaio a giugno 2021, nella sede di Asinitas di Via Policastro 45 (Torpignattara).
L’esito artistico del laboratorio è andato scena al:
Teatro India (Roma) 9 luglio 2021
Teatro India (Roma) 10 luglio 2021
Supercinema – Santarcangelo Festival (Santarcangelo di Romagna) 16 luglio 2021
Teatro India (Roma) 14 ottobre 2021
Teatro India (Roma) 15 ottobre 2021
Nuovo Teatro Ateneo – Università La Sapienza (Roma) 14 luglio 2022
Il laboratorio e l’esito finale sono stati sostenuti dalla Fondazione Alta Mane Italia sono stati oggetto di studio del progetto europeo Literacy Act.
L’esito artistico ha vinto nel 2022 il primo premio del bando CIVIS Open Lab/Civic di CIVIS-A European Civic University con l’Università La Sapienza.
Fabiana Iacozzilli, regista-drammaturga porta avanti un lavoro di ricerca improntato sulla drammaturgia scenica e sulle potenzialità espressive della figura del performer. Collabora dal 2013 con il Teatro Vascello e dal 2017 con Cranpi e Carrozzerie N.O.T. Dal 2003 al 2008 è regista assistente di P. Sepe e assitente di Luca Ronconi e nel 2008 fonda la compagnia Lafabbrica. Dal 2011 è membro del LINCOLN CENTER DIRECTORS LAB (Metropolitan di New York). Tra i suoi spettacoli: “Aspettando Nil” con il quale vince l’Undergroundzero Festival di New York; “La trilogia dell’attesa” vincitrice del Play Festival (Atir e Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa); “Da soli non si è cattivi”. Tre atti unici dai racconti di T. Tomasulo e “La classe” che vince il bando di residenze interregionali CURA 2018, debutta a Romaueropa Festival 2018 e vince il Premio In-Box 2019, il Premio della Critica ANCT 2019 e ottiene quattro nomination UBU 2019 (miglior progetto sonoro vinto da H. Westkemper). Nel luglio 2020 “Una cosa enorme” debutta alla Biennale Teatro 2020 e replica a REF2021. Nel 2021 è regista di “Abitare il ritorno” progetto di teatro comunitario ideato da Asinitas inserito in INCROCI (progetto di interscambio tra realtà che usano il teatro come strumento di interazione culturale) e nel progetto di scambio internazionale di pratiche teatrali Literacy Act. Nel 2022 cura la mise en lecture di En Abyme per la Biennale di Venezia 2022.
Fabiana Iacozzilli si occupa di formazione e pedagogia e, negli ultimi anni, si dedica a una ricerca attenta e costante sull’improvvisazione teatrale che la vede curatrice di un progetto permanente di costruzione di drammaturgie a partire dalla scena. Attualmente fa parte del corpo docenti dell’Università Link Campus (Cattedra di recitazione/dipartimento D.A.M.S. Roma) e collabora con l’Accademia Centro Internazionale La Cometa e l’Accademia teatrale Cassiopea.